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Congedo retribuito per l'assistenza ai familiari
Il partner di un autista si sottoporrà a un intervento chirurgico al ginocchio tra quindici giorni. L'autista informa in anticipo il datore di lavoro che la sua compagna avrà bisogno di aiuto dopo l'operazione e che quindi si assenterà dal lavoro per tre giorni. La legge lo prevede, con il pagamento continuato del salario. È corretto?
I più importanti in breve
- È richiesto un certificato medico
- Tre giorni di vacanza per evento, massimo 10 giorni all'anno
- Possibilità di più di 10 giorni di vacanza all'anno per i bambini
In effetti, le prescrizioni in materia (cfr. art. 329h CO) sono state modificate il 1° gennaio 2021. Di conseguenza, i dipendenti hanno diritto a un congedo retribuito per il tempo necessario ad assistere un familiare con problemi di salute. Il congedo ammonta a un massimo di tre giorni per evento e a un massimo di dieci giorni all'anno, ad eccezione dei figli fino a 15 anni, che possono essere assistiti per più di dieci giorni all'anno a seconda delle circostanze.
Oltre al Codice delle Obbligazioni, la Legge sul Lavoro (vedi art. 36 ArG) stabilisce che il diritto al congedo è concesso solo dietro presentazione di un certificato medico. Quali persone sono considerate familiari? Secondo le note esplicative della SECO sulla Legge sul lavoro, il termine "familiari" comprende gli ascendenti e i discendenti, ossia genitori, figli e fratelli. Inoltre, vi sono i coniugi, i suoceri, i partner registrati e i conviventi che hanno condiviso l'abitazione con il dipendente per almeno cinque anni.
Il fattore decisivo dal punto di vista del datore di lavoro è sicuramente l'obbligo di fornire un certificato medico che confermi la necessità di assistenza della persona da curare, altrimenti la concessione del congedo può essere rifiutata.